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Progetto di trasporto sociale STACCO: già 623 utenti accompagnati per oltre 109 mila chilometri nelle province di Padova e Rovigo

lunedì 10 Giugno 2024
Ce n’era davvero tanto, tanto bisogno. Dopo le province di Belluno, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza, anche nei territori di Padova e Rovigo è arrivato “STACCO”, servizio di trasporto sociale gratuito per persone in stato - anche temporaneo - di fragilità o di disagio sociale, per garantire loro il libero accesso a cure, visite, attività ludiche, sociali o motorie. Partito ufficialmente il 1 novembre 2023 grazie a un finanziamento della Regione Veneto e al coordinamento del CSV di Padova e Rovigo, in soli 7 mesi ha già permesso di accompagnare 623 utenti, portati in giro 2 mila 843 volte in 51 Comuni delle due province dai volontari e le volontarie di 30 associazioni aderenti, per un totale, su entrambe le province, di 109 mila 634 chilometri percorsi. Questi e molti altri dati sono stati elencati nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina (venerdì 7 giugno, ndc) presso l’aula magna della Cittadella socio-sanitaria di Rovigo, dove al cospetto dei relatori si sono presentati una trentina di volontari e volontarie Auser e Anteas, le due associazioni che erogano operativamente il servizio, in questo caso nel territorio Polesano.

STACCO A ROVIGO
Sono 20 le associazioni attualmente coinvolte nell’erogazione del servizio per la provincia di Rovigo, a copertura di 22 Comuni. I mezzi utilizzati sono 36, di cui 21 auto, 7 furgoni, 7 automezzi con pedana e un’auto attrezzata. Dal 1 novembre al 30 aprile scorso sono stati effettuati 1679 trasporti a servizio di 423 utenti, per una percorrenza totale di 74 mila 13 chilometri.

STACCO A PADOVA
Sono 10 le associazioni attualmente coinvolte nell’erogazione del servizio per la provincia di Padova, a copertura di 29 Comuni. I mezzi utilizzati sono 22, di cui 13 auto, 2 furgoni, 5 automezzi con pedana e 2 auto attrezzate. Dal 1 novembre al 30 aprile sono stati effettuati 1164 trasporti a servizio di 200 utenti, per una percorrenza totale di 35 mila 621 chilometri.

L’UTENZA DI STACCO
Nel complesso, sono arrivate 3448 richieste di trasporto sociale da parte dell’utenza padovana e rodigina, 2843 le risposte fornite, discrepanza dovuta «non tanto per la scarsità di volontari, ma per la scarsità di mezzi», sottolinea Marinella Mantovani, vicepresidente del CSV. Dei beneficiari, il 61 per cento sono donne, il 39 per cento sono uomini. L’87 per cento hanno tra i 69 e i 90 anni. Il 76 per cento si trova (o trovava) in condizione di fragilità sociale, l’8 economica, il 7 con disabilità fisica, il 9 psichica. Il 59 per cento ha richiesto un trasporto per andare a effettuare una visita medica, il 31 per cento per fare delle terapie, il 10 per altri motivi. Il 95 per cento delle richieste è arrivato tramite telefonata (il servizio è dotato di un sito web dove è possibile mettersi in contatto direttamente con il circolo che opera nel proprio territorio di residenza, o in quello immediatamente adiacente).

FINANZIAMENTI
Il progetto, già attivo nelle province di Belluno, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza, è partito ufficialmente nelle province di Padova e Rovigo nel 2023/2024, grazie a un finanziamento di 80 mila euro della Regione Veneto.

DALLA CONFERENZA STAMPA
«Anche la nostra azienda vive un’oggettiva difficoltà rispetto al tema del trasporto sociale», afferma il direttore dei servizi socio-sanitari Marcello Mazzo, che sottolinea come «il valore aggiunto di questo tipo di servizio è anche quello di garantire occasioni di socializzazione, con numeri che in meno di un anno sono già importanti. L’attivazione di questo servizio era molto attesa, grazie ai volontari e alle volontarie, nonché alla Regione Veneto per il finanziamento ottenuto». «Con l’emanazione del prossimo bando coinvolgeremo tutte le associazioni che si occupano di questo servizio nel Polesine», rassicura Marinella Mantovani, che aggiunge: «Chiedo ufficialmente alla direzione dell’ULSS 5 di fare da ponte con i Comuni, sia per presentare il progetto nei loro territori, sia per aiutarci con quegli aggiustamenti utili a migliorare il servizio, anche perché soltanto i sindaci hanno il potere di adottare un regolamento condiviso nell’applicazione di questo progetto». «Abbiamo costruito una macchina che funziona, ora possiamo investirci, trasferire risorse, implementare il servizio raggiungendo anche quelle persone che per mancanza di mezzi e risorse siamo a volte costretti a lasciare a casa. Chiediamo allora la compartecipazione non solo dei Comuni, ma anche degli enti filantropici, nonché delle aziende che hanno a cuore la loro responsabilità sociale d’impresa; farlo nella cornice di un regolamento comune sarebbe ottimo».








 
Ultimo aggiornamento: 10/06/2024