Una struttura di eccellenza, sita in un luogo suggestivo: il canile sanitario dell’Azienda Ulss 5 Polesana di Fenil del Turco, luogo dove si salvano e accolgono cani e gatti randagi, vaganti, abbandonati o maltrattati. Ma non solo, per essi, più sfortunati di tanti altri, si fa diagnosi, terapia, custodia temporanea: una struttura sanitaria di prima accoglienza dell’animale catturato o raccolto, che poi, dopo essere curato, grazie una sinergia con il vicino e accogliente rifugio CIPA, della Lega Nazionale Difesa del Cane, trova una casa e una famiglia.
Il canile è anche un importante osservatorio epidemiologico per il controllo e il monitoraggio delle malattie degli animali ed in particolare, di quelle trasmissibili all’uomo, le cosiddette “Zoonosi”, con piani di profilassi vaccinale e trattamenti antiparassitari.
I cani ricoverati presso il canile sanitario, terminato il periodo di osservazione sanitaria, vengono consegnati all’adiacente rifugio. Gli animali restano in questa struttura in attesa di essere dati in adozione ai privati che li richiedono. I cani prima di tale consegna sono identificati mediante applicazione di microchip, vaccinati contro le principali malattie infettive e sterilizzati; la struttura ha instaurato un proficuo rapporto permanente di collaborazione con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Padova e con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, per attività didattica, ricerca, indagini mirate, ecc. Servizio Sanità Animale. Insieme all’Università di Padova, il team del dr. Donato Piccolo, conduce insieme al professor Antonio Mollo, attività didattica in vivo con 43 laureandi in medicina veterinaria, che assistono ogni settimana a sedute di diagnosi, chirurgia e terapia.
Intervista al dr. Donato Piccolo.
1. Con il lockdown, causa conseguente alla pandemia da Coronavirus, che ha bloccato il mondo intero, si sono registrati numeri in crescita per quanto riguarda gli abbandoni di animali?
Dai numeri raccolti, che abbiamo continuamente sott’occhio, il 2020, anno particolarmente duro, causato della pandemia da Covid-19, non ha registrato un aumento degli abbandoni, anzi, proprio la pandemia, che ha obbligato le persone a vivere sempre più dentro le mura domestiche, ha registrato un incremento della cura e dell’affezione degli animali da compagnia. Le chiusure, le restrizioni imposte e spesso anche la solitudine, hanno fatto sì che durante il 2020, l’abbandono si sia dimezzato. Su 10 cani recuperati, 9 sono microchippati e vengono riportati al legittimo proprietario.
2. Ad oggi, quanti cani sono presenti in struttura?
Il canile sanitario aziendale di Fenil del Turco, ad oggi, ha presenti in struttura 15 cani.
3. All’interno del Canile di Fenil del Turco svolgete anche attività chirurgica?
Annualmente, sono circa 750 gli interventi chirurgici che svolgiamo all’interno della struttura. L’attività chirurgica svolta all’interno del Canile, viene compiuta anche in forma libero professionale, dai medici veterinari che vi operano al suo interno.
4. Il Canile Sanitario dell’Azienda Ulss 5, ha stretto rapporti con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Padova, quali sono le attività che settimanalmente praticate con gli studenti?
Grazie al professor Antonio Mollo, il canile sanitario di Fenil del Turco, da 10 anni è divenuto una struttura di riferimento per la realizzazione di attività pratiche per gli studenti del Corso di Laurea in Ostetrica Veterinaria dell’Università di Padova. Ogni settimana, i ragazzi vengono accompagnati dal docente del corso di laurea e dai medici veterinari in turno al Canile, per imparare sul campo, vedere da vicino e toccare con mano il lavoro. Ogni anno il canile ospita circa 150 studenti dell’Università padovana, che attraverso lezioni pratiche, imparano cosa significa diagnosticare, operare, curare e ricoverare un animale. Questa collaborazione con l’Università, è fonte di grande soddisfazione e gratificazione per tutto lo staff.
5. In questi 15 anni di attività al canile sanitario, cosa l’ha colpita maggiormente?
Il caso più vivido che ricordo, fa capo agli “accumulatori seriali” di animali da affezione, fenomeno non così raro e trascurabile. I casi denunciati sono solo la punta dell’iceberg di quello che sembra un problema ben più diffuso ma relativamente facile da nascondere, dato che coinvolge, il più delle volte, persone che vivono in una situazione di grave isolamento sociale. Il lavoro compiuto per mettere al sicuro gli animali è spesso lungo e costringe anche l’intervento delle Forze dell’Ordine. Gli animali recuperati vengono una volta giunti in canile, visitati, nutriti e posti in adozione dopo 60 giorni di permanenza. In queste situazioni, capita spesso di sentirsi impotenti, ma grazie alla cooperazione si giunge sempre ad una situazione conclusiva ottimale per l’animale.
“La sanità animale è un’altra delle eccellenze che vanta questa Azienda – dice il Direttore Generale dr. Antonio Compostella – la sinergia canile sanitario più rifugio CIPA, non solo è efficiente, ma encomiabile. I risultati parlano da soli: sono simbolo di accortezza, professionalità, senso civile. Inoltre, un plauso a tutto il team di medicina veterinaria per l’abnegazione. Anche lo scarso numero di abbandoni di animali domestici in Polesine durante l’anno della Pandemia da covid 19, sottolinea che questa provincia e i suoi abitanti, hanno un forte senso di responsabilità, di cui ho potuto prendere atto anche nella adozione delle norme e dei cambiamenti negli stili di vita da adottare quotidianamente, tuttora da perseguire con fermezza per arginare il contagio da coronavirus”.