La giornata di ieri, martedì 17 novembre, a livello internazionale, è stata dedicata ai bimbi che nascono prematuri. In Italia circa il 7% del totale dei nati (quasi 32.000 all’anno), sono pretermine, cioè vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale. Questi bambini rappresentano una grande sfida per la neonatologia e per la società, perché la prematurità è una malattia spesso grave e la sopravvivenza è un successo che non si deve dare per scontato. Ogni anno presso il punto nascita dell’ospedale di Rovigo, nascono circa 30 bambini prematuri, che vengo ricoverati dopo il parto, presso il reparto di Patologia Neonatale. L’Ospedale Santa Maria della Misericordia è una struttura d’eccellenza, in grado di gestire parti con età gestazionale maggiore di 34 settimane, è dotato di 6 culle letto, dove i neonati ricevono tutte le cure necessarie al raggiungimento dei requisiti fondamentali per la dimissione. I piccoli prematuri, eseguono successivamente alla dimissione, visite di controllo periodiche cadenzate a 3 – 6 – 12 –18 e 24 mesi, eseguite da pediatra e neuropsichiatra infantile, presso l’ambulatorio di Follow Up del prematuro. In questo lungo percorso, il genitore è costantemente accanto al suo bambino, dal momento del ricovero, quando le mamme possono accedere in ogni momento per prendersi cura del piccolo e per allattarlo, sino alle visite di controllo programmate. In Veneto dal 1996, esiste un’associazione che sostiene le famiglie di questi tenerissimi guerrieri, coraggiosi e incredibili bambini, che hanno tanta voglia di vivere e tanta forza di combattere: l’Associazione Pulcino Onlus, formata da genitori di bambini nati prematuri, che attraverso la loro forza, aiutano tutte le famiglie che versano nella stessa situazione.
“L’Italia oggi è uno dei Paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo per neonati di peso inferiore a 1.500 grammi con il 13,8%, rispetto al 15% registrato a livello mondiale (negli anni ’70 era il 60%) – dice il Direttore Generale dr. Antonio Compostella – se si vogliono mantenere questi standard elevati di qualità, sono necessarie risorse qualificate sia umane che tecnologiche e un maggior supporto alle famiglie dalle istituzioni nazionali e locali”.